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I biochip vanno alla grande
Negli ultimi anni, l'industria biotecnologica ha deciso di stabilire la propria versione della Legge di Moore, riducendo gli strumenti del mestiere su biochip delle dimensioni di un francobollo. La speranza è che l'approccio più piccolo/più veloce/più economico che ha funzionato così bene per i produttori di chip per computer sia un vantaggio anche per le biotecnologie. Il successo delle prime startup di biochip come Affymetrix, con sede a Santa Clara, in California, ha contribuito a stabilire il campo, e ora anche i giganti della microelettronica e delle comunicazioni si stanno muovendo.
Motorola, Hitachi, Corning e altri stanno entrando nel business dei biochip in previsione di un mercato che dovrebbe crescere fino a raggiungere i 10 miliardi di dollari entro i prossimi 5-10 anni. I biochip sono la prossima grande novità, quindi ci conviene essere coinvolti in questo settore, afferma Mark McDonald, presidente di Hitachi Instruments. La strategia più comune per questi titani dell'alta tecnologia è stata quella di stringere alleanze con aziende biotecnologiche più piccole. Motorola ha collaborato con più di mezza dozzina di aziende e l'anno scorso ha acquisito Clinical Micro Sensors con sede a Pasadena, California, per la sua tecnologia di biochip del DNA.
Questa storia faceva parte del nostro numero di marzo 2001
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Per i produttori di chip a semiconduttore, i biochip sono una scelta naturale. Motorola sta applicando le stesse tecniche che utilizza per la produzione di circuiti integrati per la produzione di un tipo di biochip, la cui superficie contiene minuscoli elettrodi attaccati a frammenti di DNA. Utilizzando la tecnologia trovata nei sensori per gli airbag, l'azienda sta anche sviluppando dispositivi a biochip per il rilevamento di malattie infettive.
Il termine biochip si riferisce in realtà sia a microarray di DNA o chip genici (pezzi di vetro o plastica ricoperti di DNA in grado di analizzare migliaia di geni alla volta) sia a chip microfluidici, che contengono reti di canali microscopici e serbatoi per l'elaborazione e l'analisi di campioni biologici. L'obiettivo è utilizzare questi strumenti per comprendere meglio il ruolo svolto dai geni nella salute e nelle malattie, per accelerare lo sviluppo di farmaci, per migliorare gli strumenti diagnostici e persino per costruire dispositivi portatili che testano i microbi negli alimenti.
Se la domanda di tali dispositivi cresce come previsto, le aziende più piccole avranno bisogno della potenza di produzione dei grandi partner industriali per mantenere i prodotti sugli scaffali. E anche se le prime aziende di biochip come Affymetrix continueranno probabilmente a sfornare anche chip, non saranno più l'unico gioco in città.
